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mercoledì 23 giugno 2010

La fondamentale trilogia dell’uomo: il Cuore

Il primo di tre appuntamenti per discutere del corpo e dei comportamenti umani
de il Santo Bevitore



Questo è il primo di 3 appuntamenti; sì, nei prossimi numeri ci rivedremo. Ci rivedremo perchè questa è una trilogia, e queste righe, stanno componendo la sua prima e importantissima parte. Senza rubare troppo spazio al pensiero che vorrei condividere con voi, vi spiego brevemente il perché di questi tre articoli . Da tre anni a questa parte mi sono trovato in molte situazioni differenti o, per meglio dire, in contesti molto differenti. In questi contesti, posti, continenti, città o chiamateli come volete, sono andato alla ricerca di una semplice cosa: di me. Sfortunatamente la mia ricerca non mi ha portato ancora al traguardo, ma questa ricerca mi ha fatto fare i conti con una cosa molto interessante: il funzionamento dell'uomo.

Di seguito vi racconterò la prima parte della trilogia: Il Cuore (innamoramento/adolescenza; crescere/amore).

Prima di addentrarmi in questo super discorso voglio dare un occhiello a tutto, per renderlo più “agile”: non fermiamoci alle emozioni che già conosciamo, anche se sono belle. Andiamo avanti; continuiamo a cercare cercare e saltare nel vuoto che ci fa paura.

Come in mille altri discorsi legati al Cuore, inizio distinguendo l’innamoramento dall’amore, due cose sicuramente molto differenti. Per innamoramento intendo quella parte iniziale e specialissima di una relazione, quella che ti fa venire il mal di pancia più speciale che esista al mondo; per amore, invece, indichiamo quel sentimento allucinante e quasi impossibile di dedizione che risiede nella quotidianità, nella sopportazione e nella pazienza. Pertanto: adolescenza x innamoramento = crescere x amore.

L’innamoramento dovrebbe avvenire nell’età adolescenziale, questo è il suo vero e unico habitat naturale. Quegli inverni fatti di baci al freddo, incontri in stazioni di treni o nei luoghi più assurdi e più belli del mondo. Le fughe in motorino per arrivare dal tuo amato/a, il sogno di arrivarci e vivere un incontro di sorrisi. Trovarsi in un posto improbabile sopra il mondo e sopra tutti per fare l’amore. Questo è l’innamoramento adolescenziale per antonomasia. Mille volte sentiamo di gente che non vuole crescere, di eterni Peter Pan, di uomini-ragazzini, e sapete qual è uno dei motivi? Innamoramento = adolescenza e amore = crescere. Nell’adolescenza si è spensierati: ci si concentra solo sul proprio mal di pancia e sulla voglia di dare infiniti baci… insomma, l’innamoramento in età adolescenziale è l’emozione giusta al momento giusto.

Quando vai avanti un pochino con la vita sei costretto a decidere se crescere o no e fra i mille casini che comporta questa decisione sei obbligato anche a fare i conti con l’innamoramento e l’amore, ovvero, se rimanere nella età più allucinante, incasinata e affascinante di tutta la vita (l'innamoramento) o provare a scegliere di andare avanti, di crescere, di sentire e conoscere la seconda parte di questa storia: l’amore.

È una vera botta, non sai cosa scegliere. Il fatto è che sei così sicuro che l’innamoramento adolescenziale sia l’emozione più bella possibile che ti vorresti fermare per sempre lì e non andare più avanti.

Scegliere di andare avanti, quindi scegliere l’amore, ci sembra un sacrificio allucinante, va allo stesso passo del crescere: sopportare il partner, pazientare per i suoi difetti, sacrificare il proprio io per il bene dell’altro/a, decidere di andare avanti anche nelle peggiori difficoltà… Siamo così spaventati da tutte le responsabilità che comporta l’amore che alla fine diciamo: meglio rimanere per sempre adolescenti e rivivere 1000 volte l’innamoramento, é più facile! Avete capito dove voglio arrivare? Rimanere nell’innamoramento/ adolescenza “ci farà stare all’asciutto”, non ci farà né rischiare, né lavorare. Ci innamoreremo di qualcuno, vivremo i sentimenti più belli con questa persona e poi, quando la relazione richiederà qualche sacrificio o un po’ di impegno, taglieremo la corda e andremo a cercare qualcun altro per innamorarci nuovamente. Facile.

Al contrario, decidere di amare è crescere. Quando l’innamoramento finisce, l’amore ci spaventa e ci sembra una strada difficilissima da prendere. Sarà, però, un salto nel vuoto per chi ha la voglia di andare avanti, di conoscere, di non fermarsi. Questo discorso si deve intendere in mille altri contesti della vita. Chi continua a viaggiare innamorandosi ogni anno di un posto nuovo per poi mollare tutto e fuggire verso un altro. Chi cambia scuola o facoltà di continuo innamorandosi solo inizialmente della materia, per poi stufarsi e andare a cercarne un’altra. Chi cambia lavoro, chi amicizie, chi vuoti, chi che ne so…

Crescere, scegliere la strada dell’amore e non dell’eterno innamoramento, è quel passetto in più che fanno quelli che, come nella poesia di Neruda “Lentamente muore”, non si fermano, non gli basta niente, sono e saranno SEMPRE in continuo movimento. Che scegliere dunque? Ahahah… un’idea ce l’ho e sta nei versi della poesia citata poco fa.

Se a Neruda non dispiace, aggiungo la mia parte di poesia alla sua: “Lentamente muore chi sceglie di fermarsi alla prima emozione forte della sua vita,

chi crede che la felicità stia nel ripetere una cosa più volte.

Lentamente muore chi non si lancia nel vuoto sacrificando la sicurezza della spensieratezza.

Lentamente muore chi crede di aver già vissuto la cosa più bella della sua vita”.

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