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martedì 1 settembre 2009

La giacca che visse due volte

Baratto, riuso, recupero: tanti modi di guardare al mondo del mercato e della moda in modo consapevole ed ecologico

di Valentina Daelli


Finita la tendenza dell’usa e getta, riscoprire la seconda e la terza vita delle cose inizia a diventare una risorsa interessante per molti, anche in ambiti, come la moda e il design, che tradizionalmente hanno fatto dell’esclusività e della novità un dictat per i consumatori.

Che sia la crisi, o un sempre crescente interesse verso uno stile di vita sostenibile, si diffonde l’idea di resuscitare oggetti vecchi o inutilizzati per trasformarli in nuovi prodotti o semplicemente far cambiar loro proprietario.

E allora via a mercatini, più o meno artigianali, più o meno organizzati, più o meno fashion, per offrire a tutti l’occasione di rimettere in circolazione quei vestiti che non mettiamo da anni, il doppione di un libro o di un cd, il frullatore che non ci serve più ora che ne abbiamo uno nuovo.

Dalle piazze ai circoli culturali, quest’anno il baratto è sbarcato anche alla settimana della moda di Milano, con uno swap-party (una festa dello scambio) organizzato dall’associazione Atelier del Riciclo, che ha puntato a conciliare l’alta moda e il design con l’ecologia. Il baratto, infatti, è un risparmio non solo per il portafoglio: barattare una valigia (20 kg) di vestiti fa risparmiare la quantità di energia necessaria a far funzionare senza interruzioni una tv per un anno e 7 mesi.

E c’è già chi ha pensato di esportare l’esperimento in altre città italiane. Lo Swap Club Italia, fondato nel 2009, ha già organizzato a Bologna e a Roma due giornate dedicate allo scambio di abiti e accessori di moda, ed eventi in altre città sono già in agenda. Senza aprire il portafoglio, lo scambio ci permette di sbarazzarci di acquisti avventati, di abiti immettibili dopo il nostro ultimo cambio di taglia, di regali poco azzeccati, e ci concede di rinnovare il guardaroba senza sensi di colpa e con il consueto rilascio di endorfine.

Oltre ad essere scambiati, i vecchi oggetti possono essere trasformati, rinascendo in nuove forme e funzioni, conciliando la sostenibilità e l’edonismo della moda.

Text Box: http://www.stazionerogers.eu
Alla Stazione Rogers di Trieste, in riva Grumula 14, è allestita fino a fine novembre la mostra Fashion&Design Menoperpiù, curata da Mateja Benedetti e Massimiliano Schiozzi. Moda e design uniti dalla stessa filosofia di sostenibilità tra uomo e ambiente, di riutilizzo creativo di forme originariamente destinate ad altri usi, di ricerca di materiali inesplorati. Abiti scultorei e teatrali, realizzati riciclando cotton-fioc; tessuti diversi conciliati nella realizzazione di oggetti multifunzionali, come un abito che può diventare cuscino, una borsa che si può trasformare in giacca. E tra gli oggetti, che si rifanno ad un’idea di design etico e sostenibile, un set di bicchieri in vetro graduati, che indicano gli sprechi pro capite di un rubinetto che perde o dell’acqua consumata innaffiando un giardino. Vassoi ricavati dalla fusione di vecchie bottiglie di vetro; spille e pendenti realizzati con antichi piatti di porcellana.

E se queste iniziative hanno il merito e l’importanza di avvicinare ad una visione del mercato più sostenibile e consapevole anche gli utenti che non rinunciano al lusso e alla moda, è anche vero che non tutti conserviamo nell’armadio

abiti di grandi firme da scambiare nelle swap boutique, né siamo tutti in grado di trasformare un vecchio servizio da tè in un oggetto di design all’avanguardia…

Per chi abbia voglia comunque di partecipare ad una giornata di scambio e di mettersi alla prova con la realizzazione di nuovi prodotti recuperati da materiali e oggetti non più utilizzati, il gruppo Volentieri organizza nei locali del circolo Arci Officina (in via Manzoni n. 9-11) una serie di appuntamenti dedicati al Mercatino di riuso/riciclo/recupero.

La prima data proposta è domenica 22 novembre. Se vuoi essere informato sulle prossime date scrivi alla redazione: arcivolentieri@gmail.com.

Che aspettate?

Aprite i cassetti, svuotate gli armadi, mettete al lavoro la creatività!

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