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martedì 1 settembre 2009

Una risposta concreta al problema casa (seconda puntata)

L’autocostruzione/autorecupero rappresenta un percorso alternativo per soddisfare il bisogno di alloggi delle fasce di popolazione più sfavorite. Le istituzioni pubbliche più attente alle politiche sociali ed ai servizi per la collettività sono gli interlocutori naturali per poter realizzare concretamente un tale tipo di intervento.
di Stefano Querin




Dove eravamo rimasti?

Carlo, con la sua borsa di studio all’università, non può di certo permettersi una casa di proprietà ai prezzi di mercato. E come lui molte altre persone che vivono in prima persona l’emergenza abitativa di cui tanto parlano i media. Ma forse il suo amico Paolo ha trovato una soluzione possibile: l’autocostruzione/autorecupero. In due parole, ci si fa la casa da soli.


Paolo ha sentito parlare di autocostruzione/autorecupero assistito su una rivista di informazione locale: tale tipo di intervento consente di diventare proprietari di un alloggio abbassando i costi del 50-60% rispetto ai prezzi di mercato. Ciò è possibile fondamentalmente per due motivi: la manodopera viene fornita dai futuri inquilini, soci della cooperativa di autocostruttori/autorecuperatori che propongono e realizzano l’intervento con l’assistenza di tecnici abilitati. L’utile d’impresa semplicemente non c’è, perché è la cooperativa stessa a realizzare i lavori.

La città in cui vivono Carlo e Paolo non ha molti terreni per nuove costruzioni ma è piena di alloggi ed edifici sfitti, spesso lasciati in stato di abbandono (da questo punto di vista ricorda molto Trieste...). Per questo motivo puntano ad un intervento di autorecupero su uno stabile già esistente, piuttosto che all’autocostruzione di un edificio nuovo.

E adesso? Vista la forte valenza sociale e partecipativa di tali soluzioni, è normale che i principali referenti a cui appoggiarsi per la loro realizzazione siano le istituzioni locali. Ed ecco che Carlo e Paolo, muniti di grande entusiasmo e di tutta la documentazione del caso, spiegano al sindaco dalla loro città cos’è l’autorecupero/autocostruzione, illustrano i benefici ed i vantaggi che i cittadini e l’amministrazione pubblica ne possono trarre, senza peraltro tralasciare i numerosi (e spesso non banali) passaggi da compiere per giungere alla fine di questo percorso.

Se le istituzioni locali (comuni, assessorati alle politiche sociali, aziende per l’edilizia residenziale, ecc...) sono interessate, si può partire con la mappatura degli edifici disponibili sul territorio: immobili sfitti di proprietà pubblica (ma anche privata) che necessitano di interventi di manutenzione. Tale mappatura deve indicare il tipo di immobile e le superfici/volumi complessivi, la proprietà e la disponibilità di quest’ultima ad eseguire la manutenzione con la metodologia dell’autorecupero, l’eventuale presenza di locatari/occupanti (nel caso di stabili non completamente sfitti) e la loro eventuale disponibilità a partecipare all’intervento di autorecupero.

Un’ulteriore classificazione deve indicare l’entità dell’intervento necessario: in alcuni casi sono sufficienti solo lavori di finitura e leggere modifiche alle partizioni interne, in altri sono necessari interventi strutturali ed impiantistici più importanti.

Sembra che Carlo e Paolo se la stiano cavando bene: hanno trovato altre due persone interessate al progetto, un sindaco attento ai temi dell’abitare sostenibile... e un’intera caserma dismessa da autorecuperare!

Adesso c’è bisogno di nuovi inquilini/autorecuperatori: è quindi fondamentale la diffusione ad ampio raggio delle informazioni sui benefici ed i vantaggi delle pratiche di autocostruzione/autorecupero, sia a livello istituzionale, che per i singoli cittadini.

In Friuli Venezia Giulia, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica su queste tematiche sta procedendo anche grazie al progetto LEGO (Laboratori E Giornate perla sOlidarietà). I volontari ed i professionisti coinvolti in LEGO hanno partecipato a vari festival in Regione (“BIOEST” a Monfalcone, “Festival delle Diversità” e “Sottolostessocielo” a Trieste e “Fare Pace” a Udine) diffondendo materiale informativo e coinvolgendo la cittadinanza con allestimenti e dibattiti pubblici.

Il 26 settembre verrà inoltre presentato a Trieste il corso di formazione sulle tematiche della solidarietà e del sostegno sociale (con particolare riguardo all’ambiente abitativo urbano ed al diritto alla casa). Il corso, finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia tramite il progetto “AUTO-SOLIDALE”, inizierà ad ottobre.

Sarà possibile approfondire le tematiche dell'abitare solidale anche seguendo il corso post laurea “MAUS – Metodologie per un Abitare Urbano Solidale” che l'Istituto di Ricerche Economiche e Sociali - IRES (http://www.iresfvg.org) lancerà il prossimo ottobre nella sede di Trieste.

A livello istituzionale c'è la volontà politica di varare una nuova legge sulla casa che includa anche le pratiche di autocostruzione ed autorecupero. A tutti i cittadini interessati non resta che mantenere alta l’attenzione su questi temi in attesa delle decisioni delle amministrazioni locali e regionali!


Per maggiori informazioni:

Ingegneria Senza Frontiere Trieste ONLUS - http://isftrieste.units.it/

ARCI Trieste - http://www.arcitrieste.org/

Kallipolis - http://kallipolis.net/

Disegni di Saul Darù – www.sauldaru.com

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