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martedì 1 dicembre 2009

Elephant Dung Paper

Da un' iniziativa nata in Sri Lanka nel 1997, arriva la carta ricavata dallo sterco di elefante. Un esempio curioso di progetto di sviluppo che si fonda su una materia prima locale, rinnovabile, liberamente disponibile in qualunque momento

di Barbara Rossini



Immaginate 4.000 pachidermi, ognuno dei quali produce al giorno una media di 230 chili di cacca. Per un totale di 920.000 chili prodotti in una sola giornata in tutto lo Sri Lanka: il progetto “ECO MAXIMUS” si basa su queste sbalorditive cifre per realizzare articoli di cancelleria e regalo composti al 75% da sterco di elefante e per il restante 25% da carta riciclata. Con 10 kg di questa materia ricca di fibre vegetali, infatti, si fanno mediamente 660 fogli di formato A4.

State storcendo il naso? Tranquilli, la carta così ricavata non puzza ed è igienicamente sicura...lo sterco, infatti, “viene sottoposto ad un processo di bollitura per un giorno intero e il prodotto finale viene ritenuto igienico con tanto di certificato dall'Istituto nazionale della Ricerca Scientifica di Ceylon”. Inodore perché è la stessa materia prima ad esserlo, non avendo il tempo di fermentare nella pancia dell'elefante dotato di una digestione rapidissima, che praticamente compie solo la prima fase di sbriciolamento delle fibre.

ECO MAXIMUS prende il via da un'originale idea di Thusitha Ranasinghe, attualmente amministratore delegato dell'omonima società, e gli obiettivi dell'azienda si rivelano da subito molto chiari: “lottare per la tutela dell'elefante con l'intento di renderla vantaggiosa e sostenibile”. Perché? Ecco la spiegazione: lo Sri Lanka accoglie sul suo territorio un decimo dei 40.000 elefanti Asiatici selvaggi in circolazione e solo dal 1950 ad oggi ne sono stati abbattuti altrettanti. Non per le loro zanne, non per la loro carne, non per la loro pelle ma perché danneggiano l'agricoltura. Le aree protette riservate a questo poderoso mammifero hanno di solito un'estensione inferiore ai 1.000 kmq mentre gli elefanti possiedono la capacità di spostarsi di centinaia di chilometri nel corso di una sola stagione, per soddisfare il loro vorace appetito. Non avendo abbastanza spazio quindi, invadono i terreni coltivati innescando un duro e spietato conflitto con l'uomo. Ciò a cui punta la filosofia di MAXIMUS è creare “un business che immagina l'elefante come l'azionista principale” e, al tempo stesso, sviluppare strategie volte a migliorare la condizione socio-economica di quella parte di popolazione che vive nelle zone rurali, risarcendola del danno provocatole da questo potenziale amico. In Sri Lanka l'agricoltura è a tutt'oggi la forma dominante di sfruttamento del suolo, per questo il problema è ben lontano dall'essere risolto e di certo non è la cacca di elefante l'unica soluzione. Pian piano però cresce il numero di contadini persuasi del valore economico che essa racchiude e del profitto che se ne può ricavare per aumentare il loro benessere, soprattutto con la creazione di succursali autonome della fabbrica nelle zone di conflitto tra governo e tigri Tamil. Dare così concretezza al “Progetto carta di Pace” e instaurare un rapporto reciproco e vantaggioso tra l'uomo e l'elefante, questi i traguardi finali.

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