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venerdì 1 maggio 2009

Il mio nome è Volentieri - Editoriale n°0


Volentieri? Si volentieri mi leggerai … e chissà che non ci trovi una qualche scheggia di notizia, informazione che stuzzicherà la tua curiosità e la tua voglia di discutere, creare un dubbio per poi cercare una risposta. Perché è così che queste mie pagine sono nate, dal desiderio e dalla voglia di creare uno spazio per esprimere creatività, approfondire interessi, incuriosirsi e incuriosire il vicino. E allora da un “femo?” “volentieri” (alla triestina, ovvero NO) si è passati ad un “volentieri femo!”.

Ed ecco che è nata un’idea: inventare e scrivere una rivista: io. Sono stata concepita intanto su carta perché c’è un che di romantico a stropicciarmi e a spiegazzare le mie pagine mentre le leggi, e poi è facile portarmi appresso. Sono composta di brevi articoli, capaci di raccontarti qualcosa in poche righe, da leggere nelle pause, in tram, in bus, alla fermata, in bagno e ovunque avrai tempo di fermarti 5 minuti. Spero di invogliare a ritagliarti delle pause per leggere le poche righe di un mio articolo. Si, perché vorrei spingerti a riprendere un po’ il tempo da dedicare all’informazione. Contengo volutamente delle schegge d’informazione impazzite perché vorrei afferrare e rallentare un poco di quel enorme flusso di informazioni che ti circonda e sfiora ma non ti tocca e sporca. Ho scelto alcuni frammenti rallentandoli ad una velocità naturale più lenta di quella a cui siamo abituati, e quindi forse più accessibili.

Ma ancora non ti ho detto chi mi ha scritto. I nomi sono tutti scritti qui accanto ma in verità, non so bene chi siano: alcuni sono triestini altri no, alcuni vivono qua da sempre, altri da molti anni, altri da poco. L’idea di farmi nascere l’hanno scarabocchiata una sera su dei fogli, unti di torta salata, buttati su un tavolo macchiato di terrano. E loro erano lì, a raccontarsi un sacco di idee (spesso bislacche), con molta voglia di fare, poca esperienza ma con la convinzione che facendo si impara e che stare attorno ad un tavolo con una (in realtà, ma non ditelo in giro, ve ne erano parecchie) bottiglia di vino a discutere e scherzare sia un bel modo di passare la serata.

Mi stuzzica l’idea di essere stata pensata come un’altra possibilità per raggiungere, incuriosire e stimolare il maggior numero di persone, usando un linguaggio schietto, semplice e divertente, per raccontarti nuovi argomenti, nuove domande ma anche vecchie risposte dimenticate. Ma soprattutto spero di incuriosirti per la diversità che troverai tra le mie pagine che rispecchia la curiosità e le strampalate idee discusse attorno al tavolo. Troverai un mosaico di scintille che spero sarà un abbrivio mentale, culturale e intellettuale liberamente recepibile da chi si presterà al gioco.

Nasco a Trieste, perché ci sono tante cose da scoprire e riscoprire in questo territorio, nuove e vecchie parole e luoghi da ricercare e tipiche ricette da provare. E dalla città si può partire per rispolverare i sentieri del Carso o esplorare i Balcani. Se viaggiare è un bel modo per conoscere e conoscere noi stessi, ti propongo poi alcuni temi per pensare e non fermarti alla superficie delle cose. Ti parlerò di immigrazione e integrazione, della sostenibilità di un concerto e di consumo consapevole; ti proporrò poi delle buone idee per il riciclo e per l’abitare solidale. E se questi temi sono importanti e di molta attualità ma poi pensi di aver bisogno di un po’ di leggerezza, allora goditi la Rubrica di Philo, l’angolo di diversarte, le statistiche triestine e il concorso “el cartelin”.

E soprattutto, dopo avermi letta, non buttarmi via subito! Lasciati cullare dalla voglia di cercare e dall’idea di provare un nuovo percorso… e solo allora buttami nel cestino della raccolta differenziata! Così sì che sarò contenta di non essere stata sprecata. Intanto, però ti dico, che ho già avuto un successo: quello di far spegnere la televisione per qualche sera e di aver fatto sognare.

Buona lettura!

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