di Francesca Petrera
Disfarsi degli oggetti che non ci servono più mettendoli in vetrina, in modo che qualcun altro possa raccoglierli e utilizzarli, in una nuova forma di baratto moderno e un’alternativa alla discarica. È quanto si propone Rifiuto con affetto, un’iniziativa nata nel 2007 che s'ispira a un'idea semplice: rimettere in circolo gli oggetti che non usiamo più, invece di gettarli via. L'originalità dell'iniziativa non sta nello scopo, bensì nel mezzo: un elegante cassonetto dalle ante trasparenti, dove gli oggetti rifiutati giacciono in bella vista su mensole, come in una vetrina. Un design essenziale e pratico per uno scambio facile e diretto.
Non a caso a ideare il progetto è stato il gruppo artistico Publink, composto da Roberta Bruzzechesse, Maddalena Vantaggi e Maria Zanchi, tre artiste laureate all'Istituto Universitario di Architettura di Venezia (Iuav). Publink è un gruppo artistico che si propone di indagare le potenzialità del linguaggio dell'arte, esplorando i confini tra spazio pubblico e privato, tra collettività e individuo, nella realtà quotidiana.
Il progetto è nato all'interno di un laboratorio di arti visive allo Iuav.
“Eravamo colpite nel vedere oggetti posizionati con molta cura accanto ai cassonetti. Constatando una certa sensibilità tra i cittadini, abbiamo deciso di lavorare su quest'aspetto, proponendo un progetto che legittimasse una pratica già diffusa”, riferiscono le tre ideatrici di Rifiuto con Affetto.
Per mesi hanno lavorato sull'idea che sembrava rispondere in modo semplice ad un bisogno dei cittadini. La sperimentazione pilota è partita grazie al sostegno di Pierantonio Belcaro, assessore all'Ambiente del comune di Venezia, che ha fornito un primo finanziamento. Successivamente è arrivato l'appoggio anche della società Vesta, incaricata della raccolta e del riciclaggio dei rifiuti a Venezia.
Tre cassonetti sono stati collocati nell'isola della Giudecca per verificare una prima risposta dei cittadini all'iniziativa.
Il successo di un progetto di questo tipo richiede la partecipazione attiva dei cittadini, per questo si è cercato di coinvolgere gli abitanti della zona, spiegando come funziona Rifiuto con Affetto, utilizzando i canali della comunicazione del Comune: conferenza stampa, manifesti e volantini.
Nei mesi successivi è stato monitorato l’andamento dei cassonetti e sono state fatte delle interviste alle persone (disponibili sul sito www.rifiutoconaffetto.it ). Il dato più rilevante è che la cittadinanza ha accolto con entusiasmo il progetto già dal secondo giorno, confermando che l’idea rappresentava la risposta ad un bisogno effettivo.
Nel cassonetto viene messo di tutto. Molti vestiti, borse, scarpe, componenti elettroniche, elettrodomestici, soprammobili, giocattoli, libri, oggetti con messaggi indirizzati al futuro proprietario.
Il cassonetto ha un livello di lettura sia ecologico che sociale: oltre a diminuire la quantità di rifiuti da smaltire, rimettendo in circolazione oggetti ancora utilizzabili, è diventato un vero e proprio punto d'incontro tra persone che adottano Rifiuto Con Affetto come una nuova abitudine.
Il primo cassonetto in metallo è stato modificato, ponendo l'attenzione, non solo sulla funzionalità, ma anche sull'estetica, per creare un oggetto di design che meglio si collocasse nell’ambiente cittadino, come un elemento di arredo urbano. Inoltre il cassonetto così progettato si presta anche ad entrare in spazi diversi come: scuole, biblioteche, centri di aggregazione e spazi famiglia. Il cassonetto di Rifiuto con affetto è un oggetto bello che trasmette un bel messaggio.
Oggi i cassonetti sono attivi in tre città: Venezia, Mestre e Rovereto. Nuovi cassonetti sono stati inaugurati a Codroipo, ma ancora non sono operativi.
Ma questi sono solamente i primi esempi di diffusione del progetto, Publink ha infatti lanciato una nuova iniziativa: "Porta Rca nella tua città", per permettere la diffusione del nostro progetto a nuove realtà cittadine. Lo scopo è di diffondere il più possibile l’utilizzo del cassonetto di Rifiuto con Affetto, inserendolo anche in un contesto privato, oltre a quello urbano, installando i cassonetti anche in condomini, scuole, biblioteche e centri commerciali.
“Ci piacerebbe organizzare dei laboratori didattici nelle scuole per comunicare ai bambini e ai ragazzi la filosofia di Rifiuto con affetto”, afferma Maria Zanchi, “Riflettere con i ragazzi sul consumismo, gli sprechi e la sostenibilità”.
Nessun commento:
Posta un commento