Colletta Alimentare 2011

Colletta Alimentare 2011 - Io ci sarò!

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lunedì 23 maggio 2011

E' arrivato!!

E' uscito il nuovo numero del Volentieri.


Lo trovate presso i soliti punti di distribuzione (li puoi leggere qui affianco nella colonna di destra)

lunedì 31 gennaio 2011

Lettera al rettore della UniTs

Al Magnifico Rettore

Prof. Francesco Peroni

Università degli Studi di Trieste

p.c. Agli studenti UniTs

Senato Accademico

Comitato etico

Consiglio degli studenti

CUSRP

Ingegneria Senza Frontiere - Trieste

Il Piccolo


Trieste, 28 febbraio 2010

Chiarissimo Rettore dell'Università degli Studi di Trieste,

sono una matricola del primo anno di Ingegneria Navale e con mia sorpresa, in questo tempo passato all'università, fra le molte belle, ho fatto alcune spiacevoli scoperte. La prima è stata constatare come la gestione della tesoreria dell'UniTs sia stata affidata ad una filiale Unicredit. Il gruppo UniCredit S.p.A. fa parte di quello che viene definito il club delle “banche armate”, banche che finanziano le aziende produttrici di armamenti, molte delle quali purtroppo italiane, ed aziende del settore energetico coinvolte in scandali internazionali per corruzione e devastazione del territorio nostrano e anche di quello dei del sud del mondo. http://www.carta.org/news/386 Non solo, Unicredit è stata multata dalla Consob e dall'Antitrust per procedure finanziarie poco chiare.

http://www.nigrizia.it/sito/notizie_pagina.aspx?Id=7844&IdModule=1 L'Art.1 dello Statuto dell'Università al secondo punto recita:

  • Attraverso il perseguimento dei propri fini istituzionali l’Università concorre allo sviluppo culturale ed economico del Paese.

Che modello di sviluppo propone una università che finanzia una delle banche che si rende partecipe di scempi ambientali e trae profitto dalle guerre in corso?

Oltretutto ho constatato con gioia, ma anche con tristezza, dell'esistenza del Centro Universitario di Studi e Ricerche per la Pace (CUSRP) che nel suo preambolo al primo punto recita: http://www2.units.it/~cusrp/index.html

  • Riteniamo che la ricerca per la pace costituisca un impegno prioritario per lo sviluppo di una cultura scientifica ed umanistica che analizzi i fondamenti politici, sociali, economici e culturali della pace e ricerchi le cause strutturali e ravvicinate delle guerre.

Ma quali cause sono più vicine del costringere gli studenti a pagare le tasse universitarie in una delle banche che non segue le direttive della Conferenza di Oslo ed investe in aziende che producono cluster bombs e mine antiuomo?

http://it.peacereporter.net/articolo/18711/Banche+a+prova+di+bomba

La mia seconda scoperta è stata l'adozione in tutti i computer riservati alla navigazione in internet dell'edificio H3 (e non solo), nella posta elettronica universitaria, nel sistema informatico Esse3 di prodotti legati alla multinazionale di Cupertino, Microsoft. Inoltre dell'invio nella casella di posta elettronica di ogni matricola di ingegneria di una mail della MSDN Academic Alliance che contiene nome utente e password, personalizzati per ogni studente, con i quali si accede al sito che permette di scaricare, in doppia licenza, ovvero due volte cadauno, una lunga serie di prodotti Microsoft gratuiti, compresi gli ultimi sistemi operativi e programmi applicativi.

In un periodo in cui persino le amministrazioni pubbliche si convertono al software libero per i suoi indiscussi vantaggi e premi Nobel come Nelson Mandela si prestano per reclamizzarne la diffusione, distribuire e far usare regolarmente software Microsoft è un colpo basso per le migliaia di persone e volontari che si battono per la diffusione dell'open source.

http://it.peacereporter.net/articolo/1511/Il+Brasile+contro+Microsoft

Non a caso l'unico rivale di Windows, e quindi anche di Apple di cui Microsoft possiede il 20%, è Linux, sviluppato prima alla University of Berkeley e successivamente alla Helsinki University of Technology da Linus Torvalds.

Com'è possibile che nelle università più prestigiose del mondo nascano software liberi e all'UniTs si pubblicizzi e si favorisca l'uso del monopolio Windows in questi termini?

Se i vantaggi e le convinzioni personali sulla cultura della condivisione del sapere non bastassero, si può sempre ricordare che l'azienda Microsoft è legata a scandali di furto di software, monopolio, antitrust (http://www.carta.org/ozio/12988), concorrenza sleale, fallimento di aziende concorrenti legate all'opensource, e alla istallazione senza richiesta sulla stragrande maggioranza dei computer in commercio di sistemi operativi proprietari anche se stabilito illegale:

http://www.unioneconsulenti.it/article.php?sid=1774

Se l'Università è un centro di cultura e permette agli studenti che la frequentano di acquisire un metodo per affrontare il lavoro ma anche la vita, che esempio trasmette usando e quindi giustificando aziende che infrangono la legalità non solo in Italia, ma anche in altre nazioni e finanziano la guerra in luoghi di estrema povertà?

Le soluzioni ai miei quesiti sono numerose quanto le mie perplessità.

C'è una grande rivoluzione in atto nel mondo, senza magari, grandi sconvolgimenti, ma che sta portando soluzioni reali in opposizione a chi opera la sua professione al di fuori della legalità o in modo spietato. Alcune delle soluzioni si chiamano opensource e finanza etica.

Pronte, disponibili, migliori sotto tutti i punti di vista e più economiche. Allora sì l'università formerebbe noi giovani ad una cultura nuova e responsabile, dandoci competenze che nel mondo che affronteremo saranno non solo più preziose ma anche ammirate e riconosciute. Allora sì l'università farebbe un esercizio concreto di etica nelle scelte della sua gestione. Responsabilizzerebbe e farebbe conoscere una realtà nella quale non conta solo a quanto ammonta la busta paga mensile dell'ingegnere o del laureato ma anche la maniera in cui quei soldi sono finiti in quella busta.

Molti miei colleghi pensano che queste non siano cose importanti, cose per cui valga la pena di disturbarsi. Io credo che prima di essere un ingegnere, un essere umano sia una persona e come tale dotata di cuore, ragione e soprattutto coscienza. Credo che prima di imparare una professione sia necessario imparare a vivere con le persone che ci circondano in armonia. Credo anche che sia facile non dare peso a quello che succede nel mondo nella misura nella quale questo non interessa noi in prima persona. Credo che non porsi il problema sia la cosa più facile da fare in questi casi.

Non sono naturalmente così ingenuo da pensare che una semplice lettera cambi così tante cose contemporaneamente, ma spero di avere suscitato una riflessione nei destinatari di questa lettera, soprattutto i miei compagni, che non sono magari abituati a porsi domane sulle cose con le quali acquistano famigliarità ogni giorno. Non siamo abituati ad andare oltre alla facciata ed a scavare in profondità, per capire quello che ci viene propinato.

http://it.wikinews.org/wiki/Il_Los_Angeles_Times_accusa_la_Bil_%26_Melinda_Gates_Foundation

Distinti saluti

Aris Milani

ps. Questa lettera è stata scritta con il software OpenOffice.org Writer su sistema operativo Linux Ubuntu 9.10.

giovedì 23 settembre 2010

Mappa dei depositi delle pile usate a Trieste



A questo link trovate tutti i siti a Trieste dove e' possibile buttare le pile usate che non vi servono piu':


Se ovviamente avete modifiche e/o aggiunte scriveteci: arcivolentieri@gmail.com

mercoledì 23 giugno 2010

Buon compleanno Volentieri - Editoriale n° 4




Giusto un anno fa è partita l’avventura del Volentieri. E a dispetto di quel po’ di naturale scetticismo che accompagna sempre l’inizio dei progetti eccomi qua, a spegnere la mia prima candelina. Quel piccolo sogno di dare spazio e mezzo a chiunque volesse esprimersi con la penna, raccontare una storia, condividere un’idea, divertire o proporre una riflessione, ha trovato nelle mie pagine forma e sostanza. Se è momento di far bilanci, non posso non ricordare, con piacevole soddisfazione, che con questo numero, il quarto (a cui si aggiunge il numero zero, il lancio) sono stati scritti più di 100 tra articoli e rubriche, e più di 40 persone hanno collaborato con molto entusiasmo perché il sogno si realizzasse.Attraverso le mie pagine si è parlato di sostenibilità, di consumo critico, di riuso e riciclo, di idee semplici per adottare nuovi stili di vita, di turismo sostenibile e tanto altro. Col tempo è stato migliorato il format grafico e i recenti numeri sono stati dedicati a temi specifici: vivere un Natale responsabile e sostenibile (n. 2), e la mobilità sostenibile (n. 3).In questo numero si parlerà molto di acqua. È ovunque, nel mare, nei fiumi, nella pioggia, nella terra. Noi e ogni organismo siamo fatti per la maggior parte d’acqua. L’acqua è vita ed è essenziale per la vita. Eppure è una risorsa limitata, in alcuni posti anche scarsa. È quindi una risorsa da salvaguardare, da proteggere e da gestire con cura. Nelle prossime pagine ti suggerirò qualche pensiero: anzitutto, per osservarla e capirla, e poi per riflettere sul suo uso, conservazione e gestione. Perché anche i nostri piccoli gesti quotidiani comportano conseguenze che vanno capite. E capendo, anche i nostri gesti quotidiani possono acquistare sostanza e portare ad un cambiamento.
Un ultimo pensiero prima di lasciarvi alla lettura di questo numero. Non ho un prezzo, né contengo pubblicità. Volutamente, perché i miei autori credono che le idee e il piacere della lettura non debbano, per forza, essere sempre monetizzabili! Quanto vale una bella idea per il riuso o riciclo di qualcosa che avremmo buttato? O un’idea per una gita fuori porta? O una riflessione su una problematica che ci è cara? Varrebbe quanto il cambiamento che questa è in grado di generare! E allora non ci sarebbe abbastanza oro al mondo per comprarmi! Tuttavia, anche se non ho il prezzo di copertina ho un costo… essere stampato!Il contributo che potete lasciare servirà solo a far proseguire questo piccolo strumento di diffusione di idee.


Percorsi fluidi

“L’acqua è il principio di tutte le cose; le piante e gli animali non sono che acqua condensata e in acqua si risolveranno dopo la morte”.
Così scriveva Talete…
di Anna Sustersic



“Ma cos’ha di così speciale questa Val Rosandra?” mi chiede un’amica, che di Trieste ha visto ancora troppo poco. Ci penso. Il lato didattico si imbaldanzisce subito pronto a esibirsi in vegetali dissertazioni e geologiche teorie… non è la risposta che cerco. Come spiegare una sensazione? “Perché è rara!” Rispondo ben consapevole che a questo punto dovrò chiarire a me e all’amica, assolutamente insoddisfatta, la risposta. L’acqua la rende rara. Ogni gusto, ogni architettura, ogni attività che questa terra ha visto fiorire, nasce sotto il segno di un complesso e reverenziale rapporto con l’acqua. Siamo figli di un amore possessivo. Ogni piega, ogni forma del paesaggio carsico è concreta testimonianza di una passione erosiva… Il Carso occulta geloso la sua liquida amante… troppo preziosa! La accoglie, e lei con chimica sensualità si scava una strada verso il suo cuore, un mondo dove nessuno la può seguire. L’eccezionale occasione di poterla vedere, di sentirla passare, di goderne i benefici, rende da sempre alcuni posti magici. Posti nascosti, piccoli angoli all’interno del bosco, posti misteriosi in cui viene disperatamente rubata alla roccia per il pascolo degli animali, posti capricciosi in cui va e viene con le stagioni, posti rasserenanti, piccoli microcosmi fantasy in cui scorre allegra, posti epici di vertiginosa bellezza. Ognuno di questi merita una visita, e in ognuno di questi il fascino idrico assume volti diversi. Percedol, perso in una delle più profonde doline del Carso, è un angolo fuori dallo spazio e dal tempo, e sebbene la passeggiata sia breve, la discesa che porta al fondo della dolina è come un viaggio fuori dal mondo: in pochi passi si assiste alla mutazione della vegetazione tipica della boscaglia carsica, in una misteriosa faggeta, dove le dimensioni degli alberi parlano del tempo. Salici, ninfee e un placido, costante, ipnotico gracidare ne fanno indubbia dimora di Naiadi, e chi ama i momenti di solitaria meditazione e di contemplazione rapita (e non odia gli insetti), troverà qui il perfetto ambiente per una sosta di raccoglimento. Ma l’acqua, proprio in virtù della sua rarità, e del suo sapersi assolutamente indispensabile, veniva venerata come saggia consigliera, e in lei riposta la fiducia di veritiere visioni. Specchi d’acqua e pozzi diventavano finestre sul futuro, rievocatori di passato, conferendo al coraggioso inquisitore, saggia consapevolezza. Mi viene in mente la vecchia cisterna romana. Ovçjak la chiamano. Luogo strano e intrigante. Anche qui, godendosi una breve passeggiata nel bosco, attraverso una breve discesa si raggiunge il fondo dolina, completamente occupato da una grande cisterna circondata da un muretto a secco. La cisterna, le cui ultime ristrutturazioni risalgono a metà ‘800, è in un perfetto stato, che non ne nasconde però il fascino antico. Creata come riserva idrica per la popolazione, in seguito jazera e sorgente per le locomotive, ammicca richiamando lontani pleniluni, quando - mi piace pensare - la sua superficie veniva interrogata, in estatiche notti rituali. Oggi un interessante manto di lemnacee nasconde il mistero della divinazione, dando un’aria di selvaggio oblio al sito. Ma, per chi non fosse appassionato di misteri e magie al chiaro di luna, la vista in questo singolare angolo di Carso vale la pena dal punto di vista naturalistico (un cartello all’inizio del percorso descrive la notevole diversità dell’ecosistema). E dagli specchi ai fiumi... al fiume! L’unico che abbiamo fortuna di vedere, intuendo solo il labirintico intrecciarsi degli altri, sotto i nostri piedi. “In tutto il Carso c’è una sola valle, in fondo alla quale scorre un fiume. Questo fiume si chiama Rosandra”. Con parole imponenti “il racconto del Carso” presenta la Val Rosandra; un mondo nel mondo. Qui da sempre l’acqua lavora con l’uomo. È stata l’energia che muoveva i mulini, è stata compagna delle donne che lavavano i panni delle gran signore di città, è stata ghiaccio, è stata la Dea a cui dedicare auree offerte, è stata imbrigliata nell’ingegno romano dell’acquedotto. È qui, in onore di questo intimo complice rapporto, ognuna delle 21 vasche che il torrente ha scavato per riposarsi ha il suo nome. Sicuramente merita sedersi sulla sponda del fiume e rimanere a guardare… o a sentire, il tranquillo scorrere delle malinconiche lacrime della sfortunata Rosandra, che lenendo il dolore del mancato amore non manca di alleviare le sofferenze termiche del meditabondo passeggiatore. Dicono che l’acqua del fiume conferisca forza invincibile a chi ci si immerge, che lavi le colpe, che ridoni la memoria. Stare seduta sulla riva del Rosandra a me invece fa piacevolmente dimenticare tutto! Piccolo mondo pacifico, capace di trasmettere una tranquilla serenità percorrendo uno dei tanti sentieri che la attraversano. E dalla tranquilla atmosfera della Rosandra alla monumentale bellezza di Rakov Scocjan. Il fiato manca e le parole non bastano. In un’appassionante alternarsi di sorgenti e inghiottitoi, di ponti naturali e caverne, di placide vasche e cascate, l’acqua qui compare e scompare, indiscussa primadonna, capricciosa come il suo donatore. Le acque del Rio arrivano dal non lontano Cerkniško Jezero (lago del Circonio), che alterna stagionalmente una generosa distesa d’acqua di 26 km2 ad un’ampia pianura erbosa nei periodi di siccità. Una romantica strada forestale corre vicino al fiume, in uno splendido bosco di faggi, fra ponticelli, prati e vasche quiete. Bellissima da percorrere a piedi o in bici, è ricca di cartelli informativi sulle rarità idrogeologiche dell’area protetta. Un’esperienza!

L’amica sta ancora aspettando… ora mi spiegherò, ma prima… un brindisi, un ultimo omaggio all’acqua, sapientemente impreziosita in un perfetto matrimonio alla triestina che prende il nome di SPRIZ!