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mercoledì 23 giugno 2010

Passaggi a Nord-Ovest

La vecchia strada della Valcellina
di Lorenzo DS, Federico & Francesca Olimpi


Come arrivare: da Pordenone Stazione FFSS con autocorriera ATAP a Barcis. Pregate il gentile autista di fermarsi in località “Ponte Antoi”, fermata non prevista. In caso di inflessibile rifiuto, scendete a Barcis centrale e ripercorrete per ca. 1 km la statale per Pordenone fino al suddetto ponte.
Periodo consigliato: la vecchia strada è aperta al pubblico nei mesi estivi. (orari: www.riservaforracellina.it)
Difficoltà: nessuna


Text Box: Foto di Federico OlimpiSe uscendo dalla galleria del Fara (4km) vi siete chiesti se e come si raggiungesse la Valcellina prima dell'apertura del tunnel, dovete intanto immaginare una valle chiusa alle due estremità da canyon profondissimi: il Vajont a nord e la Forra del Cellina a sud. Solo lo sfruttamento idroelettrico dei due bacini a monte ha consentito, in tempi diversi, la costruzione di strade che aggirassero i lunghi sentieri tradizionali, come la ripida mulattiera che dalla forcella della Crous sopra ad Andreis porta a Maniago Libero, in pianura - percorribile solo a piedi o con le slitte forestali. Nel 1906, la prima carrozza raggiungeva Barcis. La “vecchia strada” fu scavata, a tratti incisa, proprio laddove sembra illogico ci possa essere una strada: lungo i ripidi contrafforti calcarei del Fara e del Montelonga. Gallerie a soffitto naturale, ponti alti fino a 35 metri e lunghe cenge artificiali collegavano Montereale alla vecchia centrale idroelettrica e questa alla valle fino al 1992. Dopo anni di abbandono, un piccolo tratto dell'opera è stato messo in sicurezza e valorizzato nell'ambito della Riserva Naturale Regione della Forra del Cellina. Ecco un itinerario dal quale potete lasciarvi influenzare quando programmerete la vostra prossima esplorazione a nordovest.

È un luogo meraviglioso nel quale l'opera dell'uomo - anche se abbandonata - impreziosisce un ambiente eccezionale, come un'antica rovina immersa nella foresta lussureggiante.

Itinerario:

Ponte Antoi - Bivio Sentiero del Dint. Per accedere alla strada è obbligatorio l'uso del casco (c'è la possibilità di affittarli all'ingresso al costo di 1 euro, dove sarete muniti di mappa dell'itinerario). L'umida galleria introduce alla forra poco a valle rispetto alla diga che contiene le acque del lago di Barcis. La strada segue in leggera discesa il versante, con ottimi scorci sul torrente, dove, con un po‘ di fortuna, potreste avvistare il merlo acquaiolo, simbolo della riserva, nonché i celebri pescatori di Andreis che si avventurano sul greto per la caccia alla trota. Dopo ca. 1.5 km, si giunge ad un bivio, sbarrato a destra, al quale corrisponde una confluenza fluviale: è il torrente Molassa che si getta nel Cellina, scavandosi improvvisamente la via nel monte, qui coperto da faggi e noccioli. Dopo breve salita si sorpassa l'altra uscita della zona visitabile, presso un'ulteriore spettacolare confluenza, incassata quasi 30 metri sotto alla strada. Dall'evidente ponte, scegliere per due volte la stradetta asfaltata di sinistra, salendo lungo alcuni tornanti che portano attraverso un umido bosco alla selletta tra la località Molassa e il Lago. Raggiuntala, si nota sulla sinistra un sentierino ben sistemato (gradini) che sale nella faggeta (cartello " Sentiero del Dint", ove il dint indica qualche spuntone roccioso odontoforme).

Bivio - Ponte Antoi. Dopo ca. 5 minuti di cammino, un primo bivio concede la possibilità di rientrare al punto di partenza rapidamente a destra oppure di raggiungere un cucuzzolino panoramico in circa 25 minuti sulla sinistra (consigliato). A NE, Andreis, dominato dalle rocce del monte Raut, a W il lago e la catena di monti che funge da confine del Friuli. A S, invece, si può apprezzare l'illogico tracciato del Cellina e l'enorme portale forcelliforme attraverso cui scende a scioglersi nei greti della pianura. Ritornati al bivio suddetto, percorrete in quota un lungo un costone punteggiato da un prezioso bosco misto, fino ad un secondo e ad un terzo punto panoramico (eccellenti pannelli informativi sul bosco, la diga e i fenomeni carsici). Il sentiero torna infine con una ripida serpentina al lago, direttamente alla spiaggia e, indi, in acqua (bagno consigliato).

“Leggi questo”, letture consigliate: La vecchia Strada della Valcellina, luoghi ed itinerari della scuola d'ambiente, 1999 Cooperativa S.T.A.F.

(Reperibile c/o il “Centro Visite” località Ponte Antoi). In questo libriccino potrete ammirare splendide fotografie della strada, di ieri e di oggi.

Valcellina, percorsi di memoria, T.Borsatti, T. Trevisan, 1^ ed. 1994, edizioni Geap.


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