Qualche suggerimento e spunto per affrontare la prossima stagione delle vacanze con qualche idea in più. Il turismo responsabile infatti ci permette di conoscere un territorio, la sua cultura e la sua gente, nel rispetto dell'ambiente e delle risorse locali.
Fine giugno, il sole scurisce la nostra pelle chiara ed i suoi raggi caldi annunciano che è oramai tempo di vacanza e di decidere la meta. Gli amici ci sommergono di consigli su possibili viaggi, mete, tempi ed anche sullo stile del nostro viaggiare. Qualcuno ci suggerisce che viaggiando in un certo modo si può fare del turismo responsabile. Ma cosa significa turismo responsabile?
Sotto l’astro dorato l’interrogativo è ancor più scottante ed esige una risposta corroborante. Armati di secchiello e paletta …ehm di pennarelli, cartelloni e un orologio per non divagare troppo, ci ritroviamo (noi del gruppo Volentieri e non solo) in una serata di fine luglio per ragionare su cosa sia il turismo responsabile e su come si possa realizzare in pratica. Grazie all’esperienza delle nostre amiche dell'associazione Kallipolis usiamo uno schema di “incontro di progettazione partecipata”: dal lavoro di piccoli gruppi emergono idee e pensieri che poi sono condivisi e discussi assieme per giungere infine ad una sintesi, nella speranza di chiarire qualche dubbio... E tra salame, birra, frizzi e lazzi , ecco che cosa emerge.
Infatti per noi turismo responsabile è una forma di turismo poco invadente, che si adatta ai luoghi e alle culture del luogo, rispettoso ma allo stesso tempo curioso e partecipe. Richiede quindi consapevolezza di chi parte, ma anche di chi accoglie, perché è un modo di viaggiare ispirato ai valori della sostenibilità e solidarietà, e non solo alla ricerca di divertimento. E' importante perciò che si crei un rapporto di fiducia reciproca tra chi viaggia e chi ospita.
Durante la serata maturiamo l’idea che il turismo responsabile è una forma di economia alternativa nel rispetto delle realtà sociali, che mira ad un minore impatto sul territorio. Il turista responsabile è, pertanto, cosciente dell’impatto socioeconomico ed ambientale del proprio viaggiare. I benefici (economici, ambientali e culturali) del turismo dovrebbero ricadere sulla popolazione che ospita il viaggiatore, mentre gli “effetti collaterali” dovrebbero essere quantomeno contenuti.
Alcune azioni emerse sono:
1. rispetto all’alloggio: cercare di evitare le catene di alberghi e preferire Bed&Breakfast o alberghi a conduzione locale, che favoriscano il contatto con le persone; anche chiedere direttamente ospitalità sul posto può essere una valida opzione (ad esempio il couch surfing, rete di persone che mettono a disposizione un divano di casa per i viaggiatori, o la possibilità di “permutare” la casa per il periodo delle vacanze con un'altra famiglia interessata a passare un periodo nella nostra città, ecc.);
2. rispetto al cibo: cercare non le catene delle grandi ristorazioni, ma ristoranti locali, non fidarsi troppo delle guide, ma chiedere alla gente e magari visitare i mercati per familiarizzare con cibo, modi e usanze locali. Inventarsi il modo di creare situazioni di slow food, perché anche attraverso il cibo si conosce il posto che si sta visitando;
3. rispetto al trasporto: prediligere i mezzi pubblici, la bici, il camminare ai mezzi inquinanti, o comunque considerare sempre il mezzo più ecocompatibile alla luce delle esigenze e disponibilità locali; inoltre viaggiare lenti (possiamo chiamarlo slow travelling?) perché a bassa velocità ci possiamo far contagiare più facilmente;
4. rispetto all’ambiente e al territorio: orientare la presenza e le azioni verso la conservazione dei luoghi e la minor produzione di rifiuti.
Da un lato emerge la convinzione che essendo il turismo una fonte non trascurabile per molte economie locali, quanti più turisti responsabili sono in viaggio tanto più le comunità locali possono beneficiarne. Tuttavia il turismo responsabile deve calibrarsi alla capacità di accogliere del luogo, per questo non può essere troppo concentrato. Se possibile quindi sono da prediligere le realtà piccole (o nel caso anche quelle grandi, purché la ricchezza prodotta sia solidale, ovvero distribuita sull'intera comunità) e diluire le partenze e la presenza nel tempo.
E per rendere più diffusa la conoscenza del turismo responsabile durante la discussione proponiamo qualche idea:
- creare uno sportello dell’ecoturismo e del turismo responsabile (sito web, facebook, punto info) per dare idee di viaggio e per condividere le esperienze;
- incentivare la formazione di tour operator responsabili coinvolgendo le associazioni locali e ricercando delle certificazioni;
- divulgare e sensibilizzare l'opinione pubblica (incontri e serate) sui reali benefici, economici e di equità verso le popolazioni locali, del turismo responsabile.
Per approfondire sul turismo responsabile ecco qualche sito web:
http://www.aitr.org/site/senegal/articoli.php?id=14 Associazione italiana turismo sostenibile
http://www.viaggiemiraggi.org/ cooperativa di treviso che organizza viaggi responsabili
Turismo Responsabile. Nuovi paradigmi per viaggiare in terzo mondo di Renzo Garrone (Editore: Associazione Ram)
Andare a quel paese. Vademecum del turista responsabile di Duccio Canestrini (2008, 188pp. ed. Feltrinelli)
Turisti Responsabili di Umberto Di Maria (2004, 150pp. ed. Terre di Mezzo, 10€) propone un elenco abbastanza esauriente dei TO, esempi di viaggi, costi e date
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